Autostoppista salì in barca!

di | 26 de Ottobre, 2019

Per la prima volta concede un passaggio ad un’autostoppista, una bella ragazza, in vacanza tra l’altro, entrano in sintonia, e la porta a cena sulla sua barca al largo del porto, improvvisando una cenetta, osseervandosi, e accarezzandosi fin quando nello sfiorarsi si baciarono, si spogliarono e finirono per scopare sul mare!

Ero contrario a fare salire autostoppisti con i tempi che correvano, ma quelle gambe sotto quella mini erano una delizia per i miei occhi e rallentando, vedevo che anche tutto il resto era della stessa qualità
Il cartello diceva Milano: calcolando che eravamo solo a Rimini, avrei avuto circa 3 ore per conoscerla meglio.
La mia prima impressione era stata suffragata dai fatti, era veramente carina,circa 25 anni, bionda, alta circa 1,70, occhi verdi, un seno nascosto da una camicetta che in realtà nascondeva poco, le gambe affusolate e abbronzate si appoggiavano a un sedere che letteralmente parlava da quanto sembrava ben fatto.
Non era sicuramente una autostoppista abituale, questo si capiva subito, non aveva ne i modi ne l’abbigliamento.


Nel farla salire, i miei occhi notarono il leggero slip che le copriva il pube e subito una fitta ormonale fece reagire il mio cazzo.
“Cosa ci fa una ragazza come te sul bordo della strada?
E così lei mi raccontò della litigata fatta con il suo ragazzo, di come lui si era ubriacato facendo il cretino con una sua amica , di come lo avesse visto baciarla e di come lo odiasse.
Io ascoltavo, poi le dissi che invece di tornare a Milano poteva essere ospite sulla mia barca per qualche giorno, che la vita era bella, bisognava viverla e cogliere l’attimo fuggente e lei piano cominciò a cedere alle mie proposte e accettò di cambiare i suoi programmi.
Mi disse che ero troppo gentile e io maliziosamente guardandola negli occhi,le dissi;
“Avrai modo di ricambiare”
Lei sorrise e ribattè;
“Niente pulizie! sono in vacanza”
E questa volta sorrisi io.


Ho una barca che fa molta scena, il suo impatto per chi ama le barche è di sicuro effetto, per chi non le ama è una casa galleggiante con tutti gli annessi e connessi.
Facendola salire a bordo sentivo i suoi apprezzamenti e inorgoglito le spiegavo gli accessori e gli strumenti di bordo.
il tempo passava veloce e presto ci trovammo al tramonto.
L’offerta di portarla al largo per fare una cena “romantica” ebbe un “si”entusiastico, era la prima volta che usciva da un porto e per lei era tutto un mistero, il mondo della vela.
La guardavo fare le movimenti che le ordinavo e ammiravo il suo splendido corpo muoversi e mostrare parti inesplorate. il seno sembrava circa una terza e nei movimenti sembrava bello sodo,come quel culo che bramavo sempre di più.

Arrivato al largo del porto a circa 2 miglia, fermai la barca e scesi a preparare qualcosa di frugale, le spiegai che non avevo previsto uscite in mare e che quindi potevo offrirle solo del buon vino con qualche stuzzichino come cena, lei ancora una volta mi sorrise e mi disse che non voleva ubriacarsi. che quella serata voleva ricordarla perfettamente e questa volta fui io che percepii della malizia nella sua risposta.
La guardai lì seduta di fronte a me nel pozzetto, con le stelle che facevano una luce naturale, vedevo le sue cosce accavallate e mi sembrava di percepire l’odore della sua pelle, le sue labbra sul bicchiere, erano sensualissime e desideravo baciarla.

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Aspettai che si allontanasse dal bicchiere e con naturalezza, la avvicinai a me e accarezzandole i capelli, assaporai la sua pelle setosa, lei spontaneamente spinse la sua lingua a giocare con la mia e in quel momento capii che presto i nostri corpi si sarebbero uniti e sperai di potere sentire quelle famose esplosioni di piacere che i corpi danno quando sono in sintonia..
Le mie mani scivolarono sulla camicetta e cominciai a liberare i seni che esplosero in tutto il loro splendore: i capezzoli già turgidi dalla brezza della sera, furono stretti dolcemente dalle mie dita e i sospiri che sentii furono il piacere del mio continuare.
lei cominciò a fruga piano sotto i miei jeans e presto si impossessò del mio cazzo e cominciò a accarezzarlo, mentre io ero sotto la mini e spostavo i suoi slip umidi, sotto trovai poco pelo e molti umori, le mie dita entrarono facilmente nella sua figa e cominciarono a sentire le sue pareti sempre più pronte.
I sospiri adesso erano di tutti e due, lei aveva fatto scivolare i miei calzoni e io velocemente li avevo fatto volare distanti.

Senza spogliarla, la presi e la feci mettere sopra le mie gambe unite, poi tenendola per i fianchi, le feci fare una smorza candela da favola, sentivo la sua figa allargarsi al mio passaggio e quando le mie palle gonfie toccarono il suo inguine, la lasciai libera e accarezzandole i seni le dissi di scoparsi da sola.
Lei cominciò una cavalcata delle valchirie che presto finì con un suo urlo al cielo e con i brividi tipici dell’orgasmo: in quel momento le ripresu i fianchi e l’ aiutai a assaporare il momento paradisiaco del godimento e rallentando, le feci sentire bene cosa la stava facendo godere.
Le mie palle schiacciate dai suoi colpi, erano ormai all’estremo e infatti dopo pochi secondi, sentii il mio sperma scaldarle la sua piccola figa.
Avevo capito subito che Terry era una ragazza con poca esperienza, ma avevo anche capito che era predisposta a lasciarsi andare se trovava la persona giusta.

Questo primo godimento, era solo l’inizio di una stupenda notte, lei si avvolse al mio corpo e ansimando, mi dice che le era piaciuto molto, io di risposta ,le accarezzai la testa e il corpo e poi le ricordai che eravamo all’inizio e che alla fine della serata saremmo stati molto più stanchi.
La guardavo mentre lo dicevo e vedevo i suoi occhi che erano pieni di meraviglia e desiderio.
La sua voglia di scoprire era pari alla mia di scoparla e così poco dopo cominciammo a toccarci per eccitarci e ben presto mi trovai con il cazzo tra le sue labbra.
La sensazione che avevo avuto, ossia che avesse labbra setose,venne confermata quando mi avvolse la cappella e cominciò a succhiarmelo: io volevo ricambiare e allora la feci girare e stesi sul materassino che avevo appoggiato sul pozzetto della barca, cominciamo un 69 contornato da stelle.
È brava la ragazza!! ci sapeva fare con quel pezzo di carne, arrivava all’apice delle palle e poi usciva e me le leccava di nuovo tutto, poi lo riprendeva di nuovo e scivolava per tutta la sua lunghezza, ogni tanto si fermava e me lo stringeva forte: quando io le succhiavo deciso il clitoride.
mi voleva fare capire che apprezzava molto quello che le stavo facendo con la mia lingua rasposa e il suo modo di farmelo capire, era stringermelo forte con le labbra.

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Ormai cominciavamo a capire i nostri corpi e questo era la cosa più bella in un rapporto.
L’orgasmo orale, secondo me è la sensazione più forte che si possa provare,io pur essendo un amante del sedere di una donna( come i miei lettori sanno)
Dovevo ammettere che non esisteva un orgasmo superiore, così portammo avanti la nostra fellatio e dopo qualche minuto ci esplodemmo in bocca i nostri umori ,uniti ai gemiti e ai sospiri inebrianti.
I tremori del corpo piano si attenuarono e lasciando i nostri sessi, ritornammo ad accarezzarci e io scesi di sotto per stappare una bottiglietta fresca di Bellini che le donne di solito amano bere…era rinfrescante e poco alcolico e infatti viene ben gradito.
Chiacchierammo e scherzammo per circa una mezzora, le carezze non avevano mai smesso di accompagnarci e io a un certo punto sentii che la mia stanchezza era finita e il rigido che mi sentivo tra le gambe era la conferma che potevamo ripensare ai nostri piaceri carnali.
Presi un poco di pinot bianco che avevo sorseggiato mentre lei bevevo il suo Bellini e facendola stendere sul materassino gli e lo versai sui seni facendolo scivolare vero la sua figa, poi cominciai a leccarla tutta .
I brividi che vedevo sulla sua pelle e i gemiti alti della sua voce erano la conferma che a lei piaceva molto e io sono uno che amo usare la lingua, quindi continuai per 5 minuti a leccarla e a giocare con la sua piccola micia, poi smisi,andai nel frigo, presi la panna montata per i dolci e tornai da lei: lei capii al volo allargò le gambe e aspettò.

Le spruzzai dentro una dose abbondante di crema bianca e ne sparsio anche sul suo piccolo foro e poi cominciai a scoparla selvaggiamente con la mia lingua .
Per 10 minuti la sentii godere come una pazza, urlava il suo piacere e mi diceva che ero fantastico: io intanto continuavo a succhiarle tutto e leccavo bene anche il suo piccolo buchino.
Lei ormai era completamente stravolta: godette diverse volte.
Mi dice che non ne poteva più.
Io imperterrito continuavo a leccarla e a succhiarle tutto.
La panna ormai era sparita tutta nella mia bocca, così quando vidi che lei aveva veramente raggiunto l’apice, la feci girare e mettere a carponi .
Le sue ginocchia erano sul duro legno e io mi avvicinai al suo stretto culo con una voglia incredibile, lei mi guardò timorosa e mi disse di fare piano…che non ama farlo.

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Io la guardai dolcemente e dissi che sarei stato cauto ma che la volevo in quel modo, che mi piaceva troppo e lei per tutta risposta alzò il sedere e lo mosse sinuosamente.
Aveva accettato di farmi contento in quella serata infinita, dove non vi erano limiti al sesso e al piacere che lo stesso poteva darci.
Presi i suoi fianchi, afferrai altra panna e la insinuai nel suo stretto cunicolo con un dito, lei si contorse piano a quella intrusione, poi si rilassò e aspettò,.
Appoggiai la mia cappella su quel delizioso pertugio e piano mi spinsi dentro.
I suoi gemiti mi servirono per fermarmi quando ritenevo fosse il momento.
I suoi “no” erano un no di piacere e cos,ì mi spinsi oltre a cercare il mio paradiso.
Ero tutto dentro di lei, lei aveva smesso di gemere e cercava di muoversi insieme a me, io cercavo di sodomizzarla con la massima cautela e quando lei mi disse che vuole il mio sperma nel suo sedere, io lasciai libere le mie azioni e cominciai a scoparle il culo con la foga che mi riconoscevo nel momento dell’orgasmo.

Il nostro rapporto anale durò circa 10 minuti e le frasi che ci scambiammo erano le più erotiche e sensuali che ricordavo.
Quando il mio sperma le scaldò l’intestino, io mi lasciai andare fisicamente e la coprii col mio corpo sino a quando i miei tremori piano si attenuarono e la calma scense su di noi in quella notte al largo della costa.
Ero appena uscito da lei e di nuovo cominciavo ad accarezzarle la schiena e guardavo quanto era ben fatta.
Lei doveva ancora riprendersi da quell’ultimo attacco: si girò e mi disse;
Che fortuna che ho litigato con quello stronzo del mio ragazzo…non ti avrei mai incontrato e sicuramente avrei perso una serata eccezionale”
Si alzò e sculettando verso il cucinotto e mi disse;
“E adesso ci facciamo un bel caffè”

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