la panchina quadrata

di | 9 de Dicembre, 2022

Mio zio frequentava un locale vicino a casa sua in abito inglese; le poche volte che sono stato a casa sua, non ho potuto nascondere la mia curiosità di conoscere il motivo di una frequenza così rigida e costante, ma non ho mai avuto il coraggio di chiedere. Nemmeno mia zia o i miei cugini sapevano il motivo di ciò, ma col tempo si sono affezionati a questa usanza, la cui veridicità a volte destava qualche sospetto.

Un giorno, decisi di seguirlo a discreta distanza e appena arrivati ​​in questo luogo, mi nascosi dietro un albero dal quale avevo una visuale privilegiata; all’inizio non accadde nulla di imprevisto e pensai addirittura di abbandonare questa veglia, che si stava rivelando infruttuosa, finché l’arrivo di qualcuno attirò la mia attenzione; Era una donna di una certa raffinatezza, elegantemente vestita e dotata di una bellezza singolare pur all’apparenza di una certa età. Si è seduto accanto a mio zio e hanno avuto una conversazione molto vivace.

La cosa mi era tanto più curiosa perché Ernesto, mio ​​zio, non era una persona accessibile, e meno incline ad andare d’accordo con qualcuno; Pensavo di aver visto abbastanza e stavo per andarmene quando l’atmosfera tra loro si fece più intima; Improvvisamente, questa donna ha aperto i pantaloni di Ernesto e gli ha tirato fuori il cazzo già duro, chinandosi su di lui fino ad averlo in bocca, premiando mio zio con un pompino molto goloso! Sono rimasto dov’ero e ho sentito il mio cazzo indurirsi solo a spiare questa troia pubblica.

E mentre mio zio si stava facendo un pompino, io mi sono ritrovato a fare una sega fino a raggiungere l’orgasmo; mentre la birichina ingoiava il seme di mio zio io lanciavo nell’aria fitti rivoli di seme che macchiavano il terreno intorno a me. Mio zio rimase sulla panca per qualche minuto, sembrava avere qualche difficoltà a riprendere fiato mentre la donna si asciugava compiaciuta le labbra con un fazzoletto. Da parte mia, ho anche cercato di calmarmi e ho continuato a spiare cosa sarebbe successo.

Si guardarono e sorrisero felici, scambiandosi qualche bacio e carezza prima di salutarsi; fu la prima ad alzarsi, guardandosi intorno per assicurarsi che non ci fossero curiosi o passanti diretti verso di lei. Mio zio ha aspettato qualche minuto e ha cercato di fare lo stesso; Corsi velocemente a casa sua e lo aspettai. Quando è arrivato, mi ha salutato ed è corso in cucina a chiedere a mia zia se c’era del caffè fresco. Ancora colpito dalla sfacciataggine dell’argomento, sono rimasto in silenzio, anche se fermamente deciso a saperne di più su questa storia.

Nelle occasioni in cui l’ho visitato, ho notato la regolarità e anche il modus operandi del carattere birichino di zio Ernesto; gli orari di apertura venivano stabiliti in base alle occasioni in cui il locale, già normalmente poco frequentato, risultava deserto; Allo stesso modo, hanno scelto il luogo perché in quella zona c’erano poche case e anche la panchina su cui erano seduti era un’opzione strategica, perché circondata da alberi, aveva un muro frontale che impediva alle persone di vedere nelle vicinanze. Infine, il comportamento è stato ripetuto con una frequenza quasi religiosa. E il bastardo faceva due o tre poppate al giorno!

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Tuttavia, poiché la vita è un bottino (scusate il cliché!), lo zio Ernesto ha avuto una tale sorpresa quando ha subito un incidente domestico che lo ha lasciato immobilizzato per un po’, portandomi a lasciarmi sedurre dall’avidità e dall’opportunità. Il giorno dopo, nel primo pomeriggio, sono andato nel luogo in cui mio zio aveva un appuntamento osceno con questa donna, e ho vegliato finché non si è divertita. All’inizio pensai che avrei potuto avvertirla della sua disgrazia, il che avrebbe deluso le mie aspettative.

Tuttavia, con la precisione del Big Ben, comparve, venendo a sedersi sulla consueta panchina che divideva con lo zio Ernesto. Ho aspettato qualche minuto, provocandole una certa impazienza e sono andato alla panchina, sedendomi accanto a lei che mi guardava con la coda dell’occhio. “Buongiorno signora!…, sono venuta ad avvertirla che mio zio non può venire da lei! le dissi serio e senza scherzare. Con una certa arroganza volse il viso verso di me, guardandomi con aria di superiorità, fingendo di non sapere a chi mi riferissi.

– Di chi stai parlando, ragazzo? “Mi conosci per caso?” chiese altezzoso.

– Non conosco la signora! — risposi con fermezza e con una punta di ironia. .

-Oh! Pietà! Spero niente di grave? “Ma perché ti ha mandato?”

-Perché? Oh! Penso che sia per questo! Ho risposto sbottonandomi i pantaloni e tirando fuori il mio cazzo duro.

-Nostro! Che cazzo eh ragazzo? – già commentava con una punta di commozione, mettendosi già la mano sul cazzo – Guarda! È molto più spessa di quella di tuo zio! E altro ancora… penso di sapere cosa stai ricevendo…

Dopo essersi guardata intorno sospettosa, la donna mi ha guardato con un sorriso malizioso e subito ha cercato di cadere sulla sua bocca, succhiando forte; e conosceva bene il graffio! Ha succhiato con l’esperienza di una puttana, anche stringendogli le palle e leccandogli la testa gonfia. Le ho lasciato sopprimere la voglia di cazzo, ma non le sono venuto in bocca, tirandole su la testa.

– Dimmi qualcosa, cattivo! – chiesi guardando la sua faccia ansiosa – Ti piace solo succhiare cazzi? O c’è un uso migliore per quella figa che pisciare?

– Sei molto sfacciato, ragazzo? – rispose lei con arroganza – E pensi di poter gestire una donna grassa come me?

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– Ho il diritto di cambiare… vuoi pagare per vedere? ho risposto scherzando. Mi guardò di nuovo e poi guardò il bastoncino che era ancora in aria.

– Allora vieni… seguimi – disse alzandosi – Ma stai a distanza per non dare nell’occhio… non abito lontano da qui…

Senza indugio lasciò la piazza; Ho aspettato qualche minuto e ho proseguito all’inseguimento della birichina; Camminammo per una quindicina di minuti fino a raggiungere una casa austera di costruzione classica; Andò alla porta e l’aprì; si guardò intorno e poi si diresse verso la porta d’ingresso; appena entrato mi ha guardato e ha annuito. Ho attraversato la strada ed sono entrato in casa; la donna che poi seppe di chiamarsi Teodora si diresse verso il divano dove iniziò a spogliarsi. “Voglio vedere se sei bravo come dici, ragazzo… guarda!” Dai un’occhiata al tessuto! disse con aria di superiorità.

Teodora era la tipica matrona dai grossi seni, culo largo e cosce grosse dove risaltava la pelle bianca, i capezzoli rosa e il pube liscio e paffuto; si sdraiò sul divano e allargò le gambe guardandomi, cercando di nascondere l’ansia sul viso e sugli occhi.

-Che cosa state aspettando? Un invito? “Cosa?” chiese irritata “Togliti quei vestiti e comincia a succhiarmelo davvero forte!”

Mi spogliai senza fretta e andai sul divano, infilandomi tra le gambe di Teodora e cadendo con la bocca su quella piccola figa calda e già un po’ bagnata; Ho provato ad assaggiare la vagina che ho cercato di aprire con la punta delle dita; Non c’è voluto molto perché la cagna provasse un po’ di sperma, gemendo e urlando alternativamente a una cagna arrapata in calore. “Oh! Merda! Oh! FARAI GAS! HUMMM… ANCORA! …, DIVIETO DI SOSTA! COSÌ… COSÌ… AHHH! MERAVIGLIOSO RAGAZZO! OHHH! urlò, arrivando senza sosta.

Ho succhiato molto quella figa e la cagna è quasi svenuta per il cumming, ed è stato allora che ho deciso di andare all’attacco. “Niente più lingua, puttana!” Ora ti prenderai un pestaggio dal cazzo! dissi, posizionandomi tra le sue gambe e seppellendo il mio cazzo in un colpo solo, facendo gridare a Theodora un piacere quasi disperato. Ho colpito il cazzo molto forte diverse volte e ho quasi rotto la cagna, è venuta così forte! E pensava di avere diritto a una pausa! Continuai a mettere cazzi nella cagna che già ansimava con tanto piacere e tanta fatica.

-Oh! Sperma! Vai a spellarmi la figa! “Ah! gemette mentre assaggiava un altro sperma. Che maschio è quello che devo uccidere!

– Non ancora, puttana! “Ho risposto con sarcasmo.

Theodora Beh, ha provato a reagire dicendo che non voleva prendersela per il culo, ma a me non importava nemmeno; Ho tirato fuori il cazzo dalla figa appiccicosa, ho sollevato le gambe birichine, me le sono messe sulle spalle e ho cercato di spazzolare il cazzo con il cazzo che si stava allontanando; Salivo sulla punta delle dita e coprivo la zona, sfiorando di nuovo la testa del gallo; è allora che ho spinto forte e nella prima spinta il testone ha lacerato il bacio facendo uscire la cagna con un urlo isterico che mi ha fatto continuare a spingere lentamente ma senza fermarmi. Appena finito il lavoro, ho iniziato una sequenza di carezze contro il grosso culo di Teodora, spingendo il mio cazzo in profondità in quel culo che presto sarebbe stato molto rotto.

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E la cagna continuava a urlare come una cagna in calore, sentendo che il cazzo le stava allargando il culo come meritava, pieno di eiaculazioni che la lasciavano tutta lussuriosa. “OHHH! SPERMA! OHHH! QUESTA MERDA MI STA GRAFFIANDO IL CULO! OHHH! MI STO DIVERTENDO…, ANCORA!!! urlò Teodora, non trattenendosi più dal venire così tanto e sentendosi bruciare il culo con il mio cazzo infilato dentro. Fu allora che decisi di sferrare il colpo finale; L’ho colpito molto in profondità e molto forte e dopo un po’ ho tirato fuori il mio cazzo dal buco, esaminando il danno; Ci sputo sopra assicurandomi che la stronza non lo mostri.

– Ora prendilo! La mamma ti prude finché non ti riempie la bocca di sperma, cagna! – Che cosa ? ordinai mentre le salivo sopra finché non le misi in bocca la testa del suo cazzo. Teodora stava succhiando bene, con il diritto di leccare e succhiare fino a quando io mi dimenavo fino a quando il mio cazzo schizzava rivoli di latte caldo nella bocca di Teodora che si dilettava a ingoiare tutto lo sperma.

La cagna è finita! Tutta sudata con lo sperma in bocca e tutti i suoi buchi fottuti, e ne vuole di più. “Forse possiamo metterci d’accordo?” Io, tu e mio zio bastardo! Cosa ne pensi ? chiesi scherzosamente.

“Era molto buono! Ora lo amerò per sempre, vedi! ? Mi sussurrò mentre mi vestivo. Da quel giorno ho condiviso Teodora con mio zio a sua insaputa; Funzionava così: dopo l’ultimo pasto ha dato a Ernesto, la cagna è tornata a casa e mi ha aspettato, morendo dalla voglia che le toccassi la figa e il culo.

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