Una poesia sulla bellezza, su quanto possa demoniaca e quanto angelicata, la donna con il suo fare e il suo essere incanta l’uomo cercando il piacere sessuale e la gradificazione dell’essere tale, volerla, possederla, desiderarla, amarla!
La Bellezza è una gran baldracca.
Disponibilità mercificata, si prostituisce ad ogni sguardo dalle più sudice intenzioni .
Come una sgualdrina, passeggia sculettando nelle voglie inaccessibili di un godimento sessuale.
Non si ama la bellezza, la si desidera.
La bellezza è la Grazia degli Inferi o un Dono Empireo.
Incantevole visione come droga allucinogena ti rende dipendente dei suoi vizi,
la bellezza è annoiata, frivola e capricciosa, gli si concede tutto pur di poterne godere.
“Lei è impudica, lei è perversa, ostenta malvagità!”
Biasimata dall’invidia, vituperata dalla moralità, discriminata dal perbenismo, viene isolata ed allontanata come pericolosa…e così, per trovare compagnia, la bellezza diventa mignotta.
Profuma di sesso ed ha il sapore salato del sudore lasciato da mille avventori sulle lenzuola di un letto sfatto, ma quando te ne accorgi è già troppo tardi, la Bellezza ti ha inebriato, stordito tra le sue cosce, intrappolato sotto la sua sottana di trine ove cela la sua immonda natura.
Il suo grembo è così accogliente e i suoi fianchi un richiamo inesorabile di sporchi desideri, come a sfregiare la sua superbia ed insudiciare la bellezza per renderla imperfetta, umana.
La bellezza è un gorgo ipnotico che trascina a cedere la ragione sull’istinto.
Stolto è colui che crede di governarla di possederla.
Lei non appartiene.
Non la conquisti, è lei che si concede alle sue libidini dissolute.
Lei è armata, privilegiata di bellezza.
Una puttana, una vera puttana che ti fotte, ti sorride e ti fotte, mentre tu crolli nel baratro dei peccatori tra quei sordidi avventori e t’inginocchi come loro alla Tiranna Bellezza.