Masturbarsi al solo pensiero

di | 26 de Ottobre, 2019

Le donne non amano parlare dell’autoerotismo, dicono del sesso, raccontano dell’uomo le sue dimensioni e che cosa fanno con loro, bocchiniseghe e quant’altro, ma quando si parla di di masturbazione, il silenzio, eppure quante volte ci siamo infilate le mani nelle mutande alla vista di scene erotiche o al pensiero di quell’uomo che ci soddisfa e ci fa raggiungere orgasmi multipli!

Le donne sono capaci di parlare di qualsiasi cosa, della gelosia sessuale, di come sono state sedotte, dei deliziosi vantaggi – e svantaggi – di farsi mangiare la micia o di succhiare il pisello, ma non raccontano mai, tranne rare eccezioni, dell’autoerotismo, pratica assai naturale.
Mi piace farmi l’amore: naturalmente preferisco avere compagnia nel letto, ma a volte è così bello ed eccitante rincorrere i sogni e finirci dentro come fossero realtà…

Così mi capita che qualcuno, incontrato per caso, visto anche solo di sfuggita, ecciti la mia mente e la memoria della mia passera, che è da elefante; allora, alla sera, a letto, mentre me ne sto comodamente sdraiata in boxer di cotone ( quelli del mio uomo) e una vecchia T-shirt, organizzo il mio incontro di sesso virtuale..
Questa volta è un ragazzo incontrato al supermercato, che mi ha fissato con insistenza le tette e le gambe, per guardarmi poi dritto negli occhi, con uno sguardo duro che ha catturato il mio costringendomi a fissare con insistenza la patta dei suoi jeans prima di scivolare via, svelta, appesa al mio carrello pieno.

Non penso più a lui, fino a che non mi distendo per dormire; allora i miei boxer e la maglietta diventano reggiseno e slip di pizzo e seta, rigorosamente rossi – il mio colore feticcio –
Me ne sto li, sdraiata, senza le coperte, le lunghe gambe divaricate, mentre il ragazzo del supermarket mi guarda, immobilizzato dalla mia mente ai piedi del letto.
E’ alto, magro, scuro di pelle e capelli, con delle labbra bellissime, morbide, quasi da donna.
Mi implora di farlo avvicinare, con voce bassa, roca e il suo sesso, sotto i pantaloni, è rigido.


-Stai fermo dove sei- gli ordino e fissandolo dritto negli occhi accosto alle labbra, per bagnarli di saliva, il medio e l’indice della mano destra; dopo averli succhiati con lentezza e ripetutamente li infilo sotto lo slip e inizio a massaggiare il clitoride eccitato.
Poi passo ad accarezzarmi l’interno della fessura, che rapidamente si bagna, per risalire di nuovo, mentre la mano sinistra, giocando con i capezzoli, li fa diventare diritti, pungenti sotto il cotone consumato.
Improvvisamente il ragazzo tira fuori il fallo, rosso e rigido, chiedendomi di potersi almeno toccare: -No, tieni le mani dietro la schiena e guardami, guardami mentre godo…-

Il suo desiderio mi fa ansimare e gemere, le gambe irrigidite; dentro di me, mentre la mia mano sfrega e accarezza, l’eccitazione cresce e cresce; ogni tanto mi fermo, ma questo serve solo ad aumentare il piacere.

Quando è un uomo a toccarmi, non è lo stesso, perché non so se avrà l’abilità, la pazienza e la passione di portare a termine la carezza e questa incertezza fa si che il mio corpo insegua troppo velocemente l’orgasmo, tendendosi in modo esagerato.

Ora il crampo in fondo al ventre è quasi dolore, mentre aumenta il calore tra le mie cosce bagnate e pulsanti come un cuore.
Allora in una sequenza velocissima di immagini il ragazzo sale sul letto e si mette a cavalcioni sopra i miei capezzoli diritti, masturbandosi velocemente; quando il suo seme caldo e denso, fuoriusciendo a getti pulsanti, forma una corona di perle bianche intorno al mio collo io vengo, con un grido rauco, bagnandomi la mano e i boxer di cotone.

Come è dolce ora addormentarsi, nel mio grande letto tutto per me, mentre del ragazzo sparisce anche il ricordo…

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