Consegna di pizza a domicilio, che bel lavoro, se si pensa che ad accogliere i fattorini ci siano donne sconsolate che snono in cerca di avventura! Quanti uomini ci sono che non aspettano altro senza alcun tipo d’impegno? Ecco questo è un racconto che si vi interessa l’argomento leggetelo pure!
Sono uno studente universitario e per sopperire in proprio a qualche spesa consegno a domicilio le pizze. Come lavoro non è certo il massimo dell’aspirazione, ma mi permette di vedere un sacco di gente.
Quel giovedì sera il lavoro non era molto, le solite chiamate di routine. Di solito la pizzeria non accettava ordini per singole pizze, ma visto che il lavoro non era molto e il luogo della consegna non molto lontano mi preparai.
Arrivato a destinazione notai che la consegna era per uno studio commerciale. Suonai e una voce mi disse di salire al primo piano. Al piano notai la porta accostata ed entrai. Mi diressi verso la stanza illuminata e, affacciandomi, avvisai del mio arrivò facendo sussultare la donna dietro la scrivania.
Sembrava avere qualche anno meno dei quaranta, e a prima vista ben portati. Aveva i capelli raccolti, una camicetta bianca e un tailleur abbastanza elegante. Sorrise e si scusò perché era presa dal lavoro. Spontaneamente, e con un po’ di sfacciataggine, chiesi come mai si trovasse ancora al lavoro. Forse per la stanchezza o forse per sfogarsi rispose subito come fossimo già in confidenza. Disse che era fresca di divorzio e che non avendo nessuno a casa che l’aspettava si avvantaggiava sul lavoro.
Si alzò per andare a prendere il borsello. Nel farlo notai che aveva una gonna, stretta con lo spacco posteriore che non era discesa del tutto lasciando scoperte parte delle sue belle gambe. Quando si abbassò per prendere la borsa dallo spacco della gonna si intravide la fine delle autoreggenti e il suo bel culo fu messo in bella evidenza.
Si accorse che la osservavo, e soprattutto dove, mettendomi un po’ in imbarazzo. Lei inizialmente sembrò volersi ricomporre, poi sul suo viso apparve un sorriso, diverso da quello precedente, molto più malizioso. Venne davanti a me sbottonandosi un bottone della camicietta, poggiandosi con quel sedere che poco prima mi aveva incantato sulla scrivania. Si strusciò le gambe, giocherello un po’ con il borsello mostrando come un po’ di indecisione e timidezza. Poi allargò le gambe facendo salire la gonna e mi tirò a se. Io rimasto inebetito sulle prime iniziai a lasciarmi andare. Le misi una mano sulla coscia facendo alzare del tutto la gonna. Toccavo la pelle nude del suo culo mentre con l’altra cercavo di aprirle completamente la camicetta. Lei mi stava baciando ovunque, dal collo per poi scendere giù levandomi ogni indumento che potesse essere d’intralcio al suo cammino. Il suo seno era fuoriuscito mostrandosi orgoglioso in tutta la sua bellezza. Avevo una mano sulla sua fica umida quando iniziò a sbottonarmi i bottoni dei pantaloni e prendere in mano il mio cazzo.
La misi a sedere sulla scrivania, le tolsi il suo perizoma nero intriso di umori e inginocchiandomi iniziai a leccare la sua fica ormai madita di umori. Piegò la testa all’indietro e spalancò ancora di più le gambe. Quegli odori mi inebriarono e leccai ancora con più foga. Mi alzai, guardai per un attimo quella donna con le gambe oscenamente aperte a me e la camicia tutta aperta, le misi una mano dietro la nuca facendola distendere sulla scrivania guidando la sua bocca sul mio cazzo in tiro. Lo ingoiò, iniziando a pompare e a ruotare la bocca facendomi impazzire. Continuava quel movimenti a occhi socchiusi mentre la stavo masturbando. Le presi una gamba, levai il cazzo da quella caverna di goduria, e girandola le aprii nuovamente le gambe. La penetrai. Emise un gemito di piacere. La stanza si riempì di gemiti mentre il mio cazzo entrava ed usciva dalla sua fica fradicia. Le tette sembravano ballare sul ritmo dei nostri corpi. I suoi gemiti aumentavano ad ogni movimento.
Tolsi il cazzo, la presi facendola inginocchiare davanti a me. Puntai nuovamente il mio cazzo sulla sua bocca. Lei lo accolse famelica. Questa volta mentre scorreva su di me mi guardava negli occhi, come un segno di sfida. Aumentava sempre più il ritmo mandandomi in estasi. Sentivo il mio piacere che stava salendo rapidamente. Le esplosi in bocca, riempiendo il suo corpo del mio caldo liquido. Continuò a leccare finchè non fuoriuscì l’ultima goccia di sperma. Poi si alzò e mi baciò.
Due giorni dopo avevo un colloquio di lavoro…