Una marito va in soccorso a sua moglie, fuori per lavoro, dove l’adrenalina di pubblicizzare un hotel e il centro benessere, fa crollare le donne. Questo fortunato trascorso la notte con loro, accolto dalle effusioni mattutine della moglie si unisce a questo gioco a tre anche la collega apporofittando del sesso di quell’uomo!
Mia moglie mi avvertì il martedì mattina sul telefonino, l’aveva chiamata Marina, la responsabile marketing dell’hotel, dicendole, che all’ultimo momento avevano deciso, che alla fiera internazionale del turismo di Rimini, avrebbero puntato tutto sulla promozione del nuovo centro benessere dell’hotel, per cui lei che ne era la responsabile, sarebbe dovuta essere assolutamente presente e che lo stesso pomeriggio sarebbero partite insieme per preparare il tutto.
La fiera durava fino al sabato sera e loro sarebbero ritornate la domenica, tra l’altro doveva rinunciare anche ai due giorni liberi del mercoledì e giovedì. Tale notizia non mi rese particolarmente felice, in quanto ora per motivi di lavoro di uno ,ora dell’altro, il tempo per stare insieme era sempre di meno.
Le ricordai che era già passata una settimana dall’ultima volta che eravamo riusciti a farci una sana e soddisfacente scopata e la prospettiva che ne passasse un’altra non mi allettava molto.
Lei mi fece due moine e disse che se la desideravo tanto potevo anche raggiungerla a Rimini per il fine settimana, strappandomi così, la promessa che il sabato l’avrei raggiunta.
I giorni successivi trascorsero freneticamente, tanti e tali erano stati gli impegni di lavoro, che giunti al venerdì ero stremato, nonostante ciò riuscii a liberarmi solo nel tardo pomeriggio e spento il telefonino corsi a casa; non ebbi nemmeno il tempo di entrare che il telefono iniziò a trillare.
Risposi a malavoglia, era mia moglie, meravigliandosi di trovarmi già a casa, mi disse che erano sorti dei problemi con Marna e me la passò, quest’ultima in modo concitato, mi spiegò che si era confusa con degli scatoli e aveva dimenticato in hotel delle confezioni di prodotti da degustare che doveva offrire l’indomani a dei nostri importanti partners commerciali con i quali aveva appuntamento.
Capii la sua preoccupazione ,in quanto erano solo pochi mesi che era stata inserita nell’organigramma, e questo era il primo incarico importante che riceveva, e dall’esito del quale molto probabilmente dipendeva il suo rinnovo contrattuale.
Quando gentilmente mi chiese di anticipare la mia partenza e di raggiungerle la notte stessa, farfugliai qualcosa in merito alla mia sistemazione una volta arrivato, ma subito mi rassicuro dicendo che avevano già provveduto loro a tutto.
Nonostante desiderassi solo stendermi sul comodo divano di casa, velocemente feci una doccia, preparai il bagaglio, passai in hotel a recuperare il dimenticato e dopo un fugace spuntino, sulle note di “Born to run” diffuse dagli altoparlanti, iniziai il mio lungo viaggio nella notte.
Avevo circa seicento km da percorrere ,e mai canzone mi sembrò più appropriata; erano circa le due del mattino quando arrivai a destinazione, una carinissima e gentile receptionist mi accolse e porgendomi un pass con il numero della camera, m’informo che le signore essendo molto stanche già da tempo si erano ritirate.
Nell’ascensore già pregustavo il giusto riposo tra le calde e confortevoli gambe di mia moglie, ma grande fu la mia sorpresa quando entrando in camera notai la presenza di Marina in un lettino. Tutte e due dormivano profondamente, silenziosamente m’infilai nel letto accanto a mia moglie e sopraffatto più dalla delusione che dalla stanchezza mi addormentai.
La mattina fui svegliato dalle coccole di mia moglie, alla quale si uni Marina stampandomi due grossi baci sulle guance in segno di ringraziamento. Passai la giornata in giro per per i vari stand, aiutandole in delle piccole commissioni.
Osservando il comportamento di Marina man mano che gli appuntamenti si susseguivano, certo era proprio impeccabile nel suo lavoro, lo stand fu uno dei più visitati e alla fine della giornata ed entrambe erano più che soddisfate di come erano andate le cose. Per cui smontato lo stand, ci recammo in albergo per prepararci ad una serata di meritato relax e con il giusto appetito per degustare le specialità della cucina romagnola.
Una volta a tavola, complice anche qualche bicchiere di troppo, Marina inizio a confidarci un po’ dei suoi problemi di donna divorziata con una bimba, i grossi problemi di lavoro, appena superati da questa nuova opportunità capitatole, finché si arrivo su discorsi un po’ più intimi.
Disse che ormai erano più di due anni che non andava con un uomo, che questa cosa le pesava abbastanza sia sotto l’aspetto fisico che psichico, noi cercammo di rincuorarla e soprattutto mia moglie la vidi molto presa dal problema, sia per solidarietà femminile sia per l’affetto e la simpatia che Marina era riuscita a conquistarsi ai suoi occhi.
Devo dire che Marna è una bella 35enne, che dimostra molto meno dei suoi anni, con una cascata di capelli ondulati, che fanno da contorno ad un viso molto carino, due belle tette, due gambe ben tornite, sovrastate da un culo stupendo ed ancora bello sodo.
Dopo aver bevuto un ultimo bicchiere che servì a scacciare definitivamente la malinconia, ci incamminammo verso l’hotel, durante il tragitto più volte sussurrai a mia moglie la mia eccitazione, forse dovuta anche al pensiero di avere in camera due bellezze simili, ma con la prospettiva di andare di nuovo in bianco.
Lei tergiversava, accrescendo sempre più i miei dubbi su ulteriori sviluppi positivi della vicenda che più mi stava a cuore in quel momento, cioè dare sfogo alla mia libidine, repressa da quella astinenza forzata, seppur nemmeno lontanamente paragonabile a quella di Marina.
Giunti nei pressi dell’hotel, dissi che sarei rimasto un po’ in giro a fumare l’ultima sigaretta e anche per dar loro la giusta privacy per prepararsi alla notte. In realtà speravo che Marina si addormentasse per dare a me la giusta privacy di cui avevo bisogno.
Dopo circa un’oretta di vagabondaggio sul lungomare di Rimini, ritornai in albergo, mi accolse la
solita receptionist e praticamente ripetei la scena già vissuta la sera precedente, entrai in camera, mia moglie era sveglia mentre Marina sembrava dormire, cosa che mi rincuoro un po’.
Mi spogliai e m’infilai nel letto accanto a lei, ai miei primi approcci mi allontano e disse sottovoce che non le sembrava il caso, poi si giro dandomi le spalle, non mi arresi e avendo il cazzo già duro iniziai a farglielo strusciare tra le natiche, sperando cosi di risvegliare la porca che era in lei e che tante soddisfazioni mi aveva dato nei tanti anni di matrimonio che ci univano.
Dopo un po’ notai che lei non si ritraeva più, anzi ,anche se in maniera impercettibile incominciò ad assecondare i miei movimenti, mi feci più audace e iniziai a massaggiarle la base dei seni, lei continuava a non muoversi ,ma quanto le sfiorai i capezzoli la sentii emettere un lieve sospiro, la conferma che sarei riuscito nel mio intento, però, la ebbi quando con la mano lentamente scesi tra le sue gambe e sentii l’umido del tessuto che le copriva la figa.
Forzai allora leggermente tra le gambe con il cazzo giunto ormai all’apice della sua consistenza e spostando il cordino del perizoma lo infilai tra le grandi labbra, iniziando un lentissimo ma continuo andirivieni, lei alzò una gamba, il che mi permise di posizionarlo tra le piccole labbra, all’ingresso di quella fonte di piacere che ben conoscevo e, al che le richiuse iniziai la mia risalita dentro di lei.
In quella posizione, nonostante gli umori che ormai fuoriuscivano abbondati bagnandomi le palle, mi sembrava di sodomizzarla per quanto era stretta, sentivo le pareti della vagina strette
intorno al mio membro, ma con un ultimo sforzo riuscii ad infilarlo tutto. a quel punto mia moglie perso ogni controllo, inizio a roteare il suo splendido culo, tale movimento mi permetteva di ritirarmi lentamente e poi di rientrare dentro di lei con forza fino all’elsa .
Dopo un po’ di questo sublime trattamento, nel momento in cui iniziai con maestria a torturarle i capezzoli, s’inarco con la schiena per sentirlo, se possibile, ancora più dentro e mordendo il cuscino per non urlare il suo piacere.
Incominciò a godere sommessamente, anch’io mollai gli ormeggi e mi lasciai andare, inondandola del mio caldo liquido, non mi ritrassi da lei, ma attesi che il mio pene ne uscisse naturalmente, una volta tornato nella posizione di riposo, l’effetto fu quello di togliere un tappo ad un bottiglia capovolta, tali e tante erano state le secrezioni, prodotte da quel silenzioso ma intenso rapporto.
Il silenzio torno ad essere il padrone assoluto della camera, interrotto dopo un breve lasso di tempo, solo dal respiro regolare di mia moglie, che ne segnalava la sua entrata nel mondo dei sogni.
Solo Marina mi segnalava la sua inquietudine, infatti la sentii girarsi e rigirarsi nel letto varie volte, prima di alzarsi e recarsi in bagno, stando ben attenta a non provocare rumori, tanto da lasciare la porta socchiusa .
La luce che filtrava dall’apertura mettendo la stanza in penombra, m’indusse a sollevare la testa dal cuscino, grande fu la mia sorpresa quando mi accorsi che lo specchio posto alla mia sinistra nella camera, per uno strano gioco di angolazioni, rifletteva lo specchio affisso nel bagno, nel quale si stagliava la figura di Marina seduta sul water, che si puliva delle gocce di urina che luccicavano sul folto pelo nero che le ornava la superba figa.
La vidi alzarsi, sfilarsi la vestaglia, e mostrarmi riflessi dallo specchio due splendidi seni, che dimostravano almeno la metà dell’età anagrafica che avevano, tanto erano turgidi e sodi, con due aureole ben disegnate al cui centro si stagliavano i capezzoli già duri, che erano un irresistibile invito alla poppata più lasciva. dopo di che risedutasi sul water, inizio a titillarsi i capezzoli con una mano, mentre l’altra la vidi iniziare a lisciarsi il pelo tra le gambe, dando cosi inizio ad un delizioso ditalino, inutile dire che tale scena ebbe sul mio cazzo, certamente soddisfatto ma non pago della scopata precedente, l’effetto di una doppia razione di viagra, lo vidi alzare il lenzuolo con rinnovato vigore, pronto ad una nuova battaglia.
Con la massima cautela scesi dal letto e mi recai nel bagno chiudendone la porta,Marina tutta assorta nelle sue manovre si accorse di me solo quando le ero ormai di fronte, si fermo solo un attimo, mentre fissava il mio cazzo duro e svettante davanti al suo viso, poi alzò gli occhi, nel suo sguardo lessi solo voglia e desiderio.
Afferrò il cazzo con una mano e dopo averlo segato un po’ e valutatone la notevole consistenza, lo diresse senza ulteriori indugi tra le sua labbra, iniziando un favoloso pompino, dove dimostrò tutta la sua perizia in questo tipo di rapporto, intanto vedevo la sua mano spingersi sempre più in profondità nella sua intimità e con un ritmo sempre più frenetico, finché mi sentii il cazzo stretto tra i suoi denti e come risucchiato da un potente vortice. Allora capii che ormai era giunta al capolinea di quel tanto agognato orgasmo, riuscii a tirarlo fuori da quella famelica morsa e sedutomi a mia volta sul bidè la feci posizionare a cavalcioni su di me, in modo che potesse impalarsi da sola, cosa che fece, ma non prima di aver strusciato l’enorme cappella tra le labbra carnose cospargendola dei notevoli umori su di esse presenti.
Allora inizio a scendere impalandosi su di esso, reggendola per i fianchi le feci gustare lentamente ogni centimetro di quel cazzo tanto desiderato, fermandomi solo quando lo sentii sbattere sulla bocca dell’utero, a questo contatto Marina si contorse sotto la spinta di un nuovo e più potente
orgasmo ed il cui arrivo si manifesto con lo scorrere dei suoi umori lungo
la mia asta. Iniziò una selvaggia cavalcata su di esso, dando sfogo a tutta la voglia accumulata in due anni d’astinenza, più e più volte la sentii fremere sconquassata dai continui orgasmi che tale cavalcata le procurava, solo io ,sarà stato per la scopata di prima, per il fatto che il lago che lei aveva tra le gambe sminuiva le sensazioni o soprattutto per l’adrenalina che sentivo correre nelle mie vene al pensiero di mia moglie, nonostante la bravura e l’impeto di Marina non riuscivo a venire.
Mi sfilai da quella calda tana, la feci girare e posizionare con le mani sul lavabo, le passai una mano tra le gambe, dove raccolsi una enorme quantità di crema, che iniziai a spalmarle sul buchetto posteriore per facilitarmi l’ingresso, appena mi resi conto che ormai era pronta, con un sol colpo le entrai nel culo. Le diedi le dita intrise dai suoi umori da succhiare e con forza iniziai ad incularla con un ritmo forsennato, quando la sentii mordermi la mano, aumentai ancor di più il ritmo e copiosamente iniziai a riempirle il culo di sborra, mentre lei si dibatteva in un ultimo e prolungato orgasmo.
Cercammo di riprenderci in fretta e silenziosamente come ne eravamo usciti, ci infilammo di nuovo nei rispettivi letti.
Non ero sicuro del sonno di mia moglie, che dopo un po’ mi abbraccio accoccolandosi dietro di me e mi addormentai.
La mattina dopo facemmo colazione normalmente, e ci avviammo verso San Marino per una breve gita di piacere, loro si dedicarono con entusiasmo allo sport preferito, lo shopping, e notai la grande complicità che c’era tra di loro, sembravano due liceali alla gita scolastica
Quando finalmente giungemmo a casa Marina si congedo da noi, abbracciandomi e ringraziandomi di tutto quanto avevo fatto per lei, poi rivolgendosi a mia moglie la ringraziò pensando a quanto tutto ciò le fosse costato.
Quelle parole ancora mi risuonano nella testa.
Chiaramente non ho mai fatto parola con mia moglie di quella notte, ma anche essendo certo di essere stato un protagonista assoluto di quanto accaduto, ho ancora molti dubbi sul fatto che il regista sia stato solo il fato.