Racconto erotico di tradimento – Boca Maldita

di | 25 de Marzo, 2024

Davanti a me, il corpo femminile inerte a terra sembra una vecchia fotografia in bianco e nero che contrasta con le macchie rosso sangue schizzate sul muro sbiadito della stalla.

Questo stesso incubo mi tormenta da tempo e, anche quando sono sveglio, la scena impiega diversi minuti a registrarsi nel mio cervello, non riesco nemmeno a muovermi, ascoltando gli echi dell’aria che arriva. dentro e fuori dai miei polmoni.

Vedo la donna che dorme accanto a me, esausta dopo una notte di sesso punitivo, l’odore agrodolce della gioia nata dalla sua intimità permea il mio membro ed esala per tutta la stanza. Non è sempre stato così, questo sapore amaro in bocca.

Più di vent’anni fa, quando ho conosciuto mia moglie, è stato come un sogno. Io, un umile ragazzo, che mi prendevo cura dei cavalli della fattoria, sposai questa ricca giovane donna, così bianca, così bionda, con gli occhi così azzurri.

Non ho mai saputo con certezza cosa vedesse in me. Per me è stato puro desiderio, fin dalla prima volta che ho visto il suo corpo tonico, con muscoli definiti e curve giovanili.

Non potevo crederci quando mi trascinò in una delle stalle della stalla, mi aprì i pantaloni e ingoiò voluttuosamente il mio membro eretto tra le sue labbra carnose, poi mi gettò sul fieno steso sul pavimento e mi montò mentre si strofinava il suo sesso bagnato . su di me, dicendo: “Ti farò un vero uomo, sarai solo mio per sempre”.

Ed ecco, il capo si è accorto subito della costante assenza della figlia durante queste vacanze alla fattoria, io non lo sapevo, ma era attento a tutto. Quel pomeriggio, quando mi sorprese a scopare alla pecorina la sua ragazza preferita nel puzzo della stalla, chiamandola cavalla, pensai che volesse uccidermi.

Quest’uomo potrebbe facilmente uccidermi nel bosco e nessuno lo saprebbe, o, se qualcuno lo sapesse, non direbbe mai niente, dopo tutto, era lui il capo.

Ma no, niente del genere, quella notte ci chiamò nella grande casa e decise: ci saremmo sposati tutti e due, solo così la figlia arrabbiata avrebbe smesso di dargli tanti grattacapi. Ho obbedito, perché volevo questa donna come non avevo mai desiderato niente in vita mia. Lei acconsentì, ridendo e prendendo in giro suo padre quando le disse che il mio cazzo da otto pollici era il doppio del suo.

Con nostra grande gioia, mia moglie rimase incinta subito dopo, ma non mi adattai mai veramente alla vita in quell’appartamento di città. Mancava lo spazio, mi mancava l’odore del bosco e dei cavalli, la gente non era né onesta né sincera, le feste e le cene pompose e artificiose, le conversazioni ruotavano attorno ad argomenti poco interessanti di cui sapevo poco e non volevo . Sapere. . .

Così, dopo la nascita di nostra figlia, sono rimasta sempre più spesso nella fattoria di mio suocero, per approfondire il mestiere, sempre tra i cavalli. Mia moglie non mi seguiva, non era molto rustica, ma veniva sempre a trovarmi nei fine settimana.

Per me il nostro amore è stato bello, sincero e onesto. Non ho mai avuto motivo di dubitare che quando stavamo insieme lei portasse avanti la sua solita vena dispettosa e questo mi bastava.

Non importava se era nella stalla, nella stalla, nel recinto, nella piantagione o nella foresta, in tutti questi anni è rimasta calda, piena di fame per il mio cazzo, trascinandomi ovunque a scopare, ringraziando il cieli. per il pezzo di carne che portavo tra le gambe.

Poi, dopo tanti anni, un giorno tornò dalla città portando con sé questa ragazza, una giovane donna, che si spacciava per la sua sorellastra bastarda, la figlia del boss e la domestica della capitale.

Ora era così lontano dagli affari di famiglia che non sapeva nemmeno che il capo aveva messo incinta una donna e aveva avuto un’altra ragazza, tanto meno questa piccola bastarda, una ragazza così grande che era già abbastanza grande per twerkare. cazzo e cose simili a quelle di ogni ragazza che diventa maggiorenne.

Secondo mia moglie la ragazza creava problemi e decisero: sarebbe rimasta ad aiutare nella fattoria, dove non avrebbe disturbato nessuno. Posso essere un idiota, ma non sono un idiota. Ho capito fin dai primi giorni che questa ragazza rappresentava un problema.

Ero felice della mia vita: della fattoria, dei cavalli e di mia moglie. Ho fatto del mio meglio per ignorare le provocazioni della mia nuova cognata ed ecco: la ragazza era cattiva.

Era un po’ difficile non notare quei piccoli seni duri come due frutti maturi, i fianchi di una puledra, e l’odore di calore che emanava la ragazza, che saltava sempre di qua e di là nei suoi vestitini, seguendomi e sembra una ragazza alta. . , ma ho fatto del mio meglio.

Però quel pomeriggio nella stalla, mentre controllavo le selle, lei venne ad ascoltarmi, continuava a dire il più e il meno, dicendo che ero cornuto, che mia moglie scopava tutti, dava sempre il culo agli altri. maschi. , in tutti questi anni, proprio sotto il mio naso.

Mi ha arringato dandomi dell’idiota, dicendo che era sposato con mia moglie solo perché era un pene grosso, un pene grosso che lei poteva usare quando voleva e poi andare a giocare con chi voleva.

Secondo lei bastava inserirmi nella città e tutti ridevano e confermavano quale puttana avevo sposato.

Il mio sangue ribolliva, la mia vista stava diventando offuscata, la mia testa cominciava a girare per la confusione, non potevo sopportare di ascoltare questo mucchio di bugie sull’unica donna che avessi mai desiderato in vita mia. Diedi uno schiaffo in faccia alla giovane con la mano aperta, facendola cadere, completamente slogata, in una delle mangiatoie in mezzo al fieno, la stessa che tanto amava mia moglie.

Ma lei cadde ridendo, con le gambe divaricate e mostrando di non indossare la biancheria intima, dicendo: “Adesso sì!” È così che mi piace, difficile! Siete pronti ad accogliermi? Se sei un vero maschio, mi cavalcherai qui, come uno stallone che alleva una giumenta!

Ho afferrato questa ragazza per il vestito e l’ho schiaffeggiata ancora qualche volta, dicendole di stare zitta, ma il vestito si stava già strappando tra le mie mani, i suoi piccoli seni con i capezzoli duri e scuri saltavano liberamente, ondeggiando al suono dei miei schiaffi . . e lei rise sempre più forte dicendo: “Forza puttana, vieni a scoparmi, vieni a vendicarti, spezzami, mettimi la tua carne dura nella pancia, riempimi, sfiniscimi, finiscimi, scopami se lo sei. “vero ragazzo, fanculo a me. Qui in questa carne arrabbiata, rendimi il tuo giocattolo, usami, colpiscimi, più forte, colpiscimi…

Volevo uccidere questo demone, non era umano, non era possibile. La cosa più assurda è che mi sono sorpreso di avere un’erezione mentre ascoltavo tanta schifezza uscire da quella boccuccia.

Non c’era altro modo per farla tacere, mi sono messo addosso alla ragazza e ho fatto il diavolo, ho scopato quella figa stretta usando tutte le mie forze, infilandomi i venticinque centimetri di cazzo che tanto piaceva a mia moglie. Mi è piaciuto essere l’unico proprietario, l’ho scopata e l’ho scopata ancora, finché non l’ho lasciata sdraiata sul pavimento come una bambola di pezza, con gli occhi spalancati e lo sperma che le colava tra le cosce.

Dopo questo sfogo, mi sono alzato e ho cercato di ricompormi, cominciando a provare un amaro rammarico. Senza rendermene conto ho curato e sodomizzato questa ragazza. Ma poi, dietro di me, ho cominciato a sentire una risata chiara, aperta…

La ragazza rise, con un sorriso carnivoro, sentii la sua voce parlare nella mia testa, chiedendomi dove avevo intenzione di andare, dicendo che non era ancora finita, che se avessi osato partire, lo avrebbe detto a mia moglie, lei avrebbe di’ che ti ho strappato i vestiti, ti ho schiaffeggiato e ti ho rotto l’imene nelle feci del cavallo nella stalla.

Diavolo no, moglie mia, non era possibile, dovevo agire, mettere a tacere questo demone in gonna, sì, zittirlo una volta per tutte! Ma come? Come fare?

Avevo bisogno di tempo, almeno qualche minuto, per pensare a tutto questo caos! Non sapendo cosa fare, presi dei finimenti che pendevano dal cubicolo e legai quest’essere disumano, legandole i piedi alle mani, simile ad un vitello sul punto di essere marchiato col fuoco, lasciandola completamente scoperta, nuda mentre entrava nel mondo. .

Sono rimasto sorpreso di nuovo. Si voltò e si mise a quattro zampe, con la faccia sepolta nello sterco e la coda sollevata in aria, scodinzolando. Con mia sorpresa, ha letto riluttanza e indecisione, quindi ha iniziato a offendermi, definendomi un fottuto frocio e una donna culona.

Anche lui mi ha dato dell’idiota incapace e ha gridato: “Tutte le vere capre sanno infilare un bastone nel culo alla puttana che si scopano, altrimenti non è un uomo!”

Ho sentito tutto il sangue defluire dalla mia testa e andare dritto al mio cazzo, che ha avuto un’erezione ancora più forte e pulsante.

Non so nemmeno da dove ho cominciato, ma in pochi secondi avevo i suoi capelli in una delle mie mani, tirandoli indietro mentre sputavo tra quei fianchi duri, già costringendo la tavolozza tra le pieghe che insistevano invano a resistere. , finché non cedettero e mi diedero spazio per inserire il membro gonfio dentro di loro, sempre più in profondità e usando sempre più forza, mentre con l’altra mano usavo per accarezzare le loro natiche.

La ragazza si è accovacciata e ha gridato diverse oscenità, ma ho sentito solo nitrire, non mi sono fermata e ho continuato a spingerla, a tirarla, ad afferrarla per la criniera come chi doma una puledra selvatica: comandare con la forza.

Mentre getti di sperma caldo entravano di nuovo nei suoi buchi, lei tremava e rideva mentre faceva la pipì sul pavimento. Questo mi ha fatto incazzare, ho perso la testa una volta per tutte, gli ho sputato più volte in faccia da troia e gli ho fatto leccare la sua stessa urina, spingendola nella nuca.

La ragazza era disgustata, c’era dello sporco e della sua stessa urina lì, ma tirava ancora fuori la lingua e leccava il pavimento sporco.

Alla fine del pomeriggio me ne sono andato sconvolto. Ho lasciato il diavolo nella stalla così com’era, nudo, legato e sodomizzato, ma lo sentivo ancora gridare da lontano: “Tornerai, lo so, tornerai!”

Alla fine le ho anche detto che sarebbe stata lì ad aspettarmi così, quando non ne avrei potuto più e che ne avrei cercato di più, perché sicuramente l’avrei voluto, ora che ero il suo proprietario, usala, curala te stesso. lei, abusa di lei. Qualunque cosa volessi fare, potevo farla!

Ancora sbalordito da quello che era successo, trovai mia moglie che riposava nella nostra stanza nella grande casa. Vent’anni di matrimonio. Il senso di colpa mi consumava, soprattutto da quando l’ho vista lì, seminuda.

Il suo corpo mi aveva servito con tale passione e desiderio in tutti questi anni e io l’avevo tradita in modo così spregevole, insieme a sua sorella bastarda, che non aveva mai lasciato la mia mente, dove nel profondo ero tormentato dall’idea del diavolo di una ragazza che rimase legata e nuda nella stalla, maltrattata per tutto il pomeriggio, aspettando cosa sarebbe successo se avesse deciso così.

E volevo, sì, volevo averla di nuovo, lì, nel mio letto, che la usava e abusava di lei, invece della mia amata moglie!

Determinato a espiare la mia colpa, confessai. Gli raccontai di come non avesse resistito alla tentazione, di aver ceduto ai giochi provocanti della sua sorellastra minore e di aver finito per abusare della stalliera nel modo più sordido e inimmaginabile. modo, proprio come lo aveva fatto, nel modo più impensabile. Dettagli della mia crudeltà nel scopare la ragazza e nel farle leccare la propria urina dal pavimento.

Di fronte ad una storia così terrificante, mia moglie mi ha ascoltato in silenzio, con la bocca aperta, come se non credesse a nulla. Mentre sottili lacrime cadevano dagli angoli dei suoi occhi, lo pregavo di dire qualcosa, di urlare, di maledirmi, di dire qualsiasi cosa che mi aiutasse a dimenticare quella stalla buia e silenziosa dove si trovava il piccolo demone in forma di donna. mi stava aspettando, voleva essere abusata sempre di più.

Poi, ancora una volta, in quel fatidico giorno, rimasi sorpreso.

Quando mia moglie cominciò a parlare, le rivelazioni arrivarono in un impeto assordante tra le urla che ero davvero un cornuto idiota, che tutta la nostra vita era stata uno stratagemma ingannevole escogitato da lei e da suo marito, suo padre.

Sì, è andata a letto con tanti altri uomini, l’ha sempre fatto quando era in città, la sua figa non è mai stata solo mia, ma di tanti altri negli ultimi vent’anni, anche prima di questa, quando nemmeno lo facevamo. Si incontrano in un momento in cui lui dava molto piacere e lussuria a suo padre.

Era stato lui, il mio capo, a metterla incinta in uno dei suoi tanti modi sconsiderati e a farle avere una figlia nascosta, quella stessa che dicevano fosse sua sorella!

È stato solo a causa di questa gravidanza che mia moglie mi ha sedotto e ha messo in scena questo teatro nella dannata stalla con suo padre, per sedare le voci in città su questo matrimonio combinato con la forza. Alla fine era stato tutto inutile, perché nella capitale lo sapevano tutti: lei era una puttana, dava il culo al proprio padre, non importava quanti cazzi avesse da banchettare, troia!

Per tutto questo ero considerato il più grande cornuto di tutta la società e come se non bastasse non bastava essere cornuto, avevo appena finito di sodomizzare la figlia impura di mia moglie e il figlio di suo padre.

Oh mio Dio, era la fine dell’iniezione, non ne potevo più!

Ora sentivo il sangue in gola, pulsare come mai prima nelle vene e penetrarmi negli occhi. Ho trascinato mia moglie trascinando i suoi bellissimi seni biondi nella stalla, dove le ho mostrato lo stato disumano in cui avevo lasciato il falso frutto del suo incesto.

Continuava a maledirmi dicendo che non era niente, perché il lavoro di sua figlia le piaceva esattamente così, che amava essere umiliata, usata senza pietà né pietà, le dava tanto piacere! Per mia moglie, ancora una volta, ero solo un giocattolo nelle mani di un membro della famiglia.

Adesso il piccolo bastardo malvagio si è messo a ridere e mi ha detto di picchiare quella “puttana adultera e incestuosa” di sua madre fino a farle cadere il cervello, perché lei non era me, non mi era mai stata e mai mi sarebbe stata fedele. il cagnolino che volevo essere: servile, sottomesso, schiavo del mio cazzo.

Tra le urla e gli insulti di ciascuno di loro, non me ne rendevo nemmeno conto, ma avevo già una zappa in mano e infatti stavo per far esplodere il cranio di uno di loro, solo che non sapevo chi, sì, era la mucca infedele! di una madre o la puttana senza cuore di una figlia!

Comunque non era niente di grave, volevo solo che quel ronzio infernale finisse, che tornasse il silenzio, che tornasse la calma. Accecato da tutta la rivolta che si stava impossessando di me, salii e causai tutta questa vergogna nella stalla.

Beh, se continui ad ascoltare la mia storia fino ad ora, grazie, avevo proprio bisogno di sfogarmi, di tirare fuori tutto, forse smetterò di avere lo stesso incubo di quella notte nella stalla, con la zappa in mano e il corpo per terra, davanti al muro macchiato di sangue.

Adesso, dopo aver raccontato tutto così, come è successo, mi sento un po’ più leggera a causa di tutto questo senso di colpa.

Mia moglie era una brava donna, ma questo non ha più molta importanza, è sepolta lì nel bosco, accanto alla sorella bastarda. A parte il capo, nessuno è mai venuto a chiedere di loro e per questo quel maledetto vecchio è finito sepolto dietro la stalla.

La famiglia è scomparsa e ho ereditato tutto. Cosa è successo loro? In paese nessuno lo sa e nemmeno alla fattoria lo sa, o se lo sanno non dicono niente, perché adesso il capo sono io.

Resta solo un’ultima cosa, una piccola cosa: ti starai chiedendo chi c’è accanto a me nel letto, quello della notte di sesso punitivo di cui ho parlato all’inizio.

Allora, l’ho già detto, ho avuto una figlia con mia moglie, un gioiello di ragazzina, ma lei è già cresciuta e da un po’ ha cominciato a scodinzolare dietro ad un cazzo, cosa che fanno tutte le ragazze…

Nota: La serie “Boca Maldita” è una raccolta di storie diverse e inquietanti che ho scritto qualche tempo fa con l’obiettivo di incoraggiare il lettore a esplorare il lato più oscuro dell’erotismo. Queste non sono storie facili e probabilmente turberanno alcune persone, quindi capisco se è il tuo caso. Ma se alla fine ti piace, fai come me: non preoccuparti, rilassati, divertiti e continua a prendere le tue medicine e tutto finirà bene!

*Pubblicato da Bayoux sul sito climaxcontoseroticos.com il 25/03/24.

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