Storia erotica bdsm – “Alone” al Motel

di | 11 de Aprile, 2024
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So che è lì, non so dove o cosa stia facendo, non so se mi sta guardando, se mi sta fotografando, se mi sta filmando o se sta semplicemente catturando qualcosa, ma immaginatelo. Lui resta fermo a guardarmi e mi viene la pelle d’oca dall’eccitazione!

Non è la mia prima seduta, ma le farfalle nello stomaco, l’ansia, il tremore del corpo mi fanno sentire come se fosse la prima volta.

Polsini legati e sollevati, gambe divaricate, perizoma di pizzo nero accompagnato da un reggiseno di pizzo dello stesso colore, capelli sciolti, bocca secca per l’ansia e bendato.

Sentivo il profumo del mio padrone ma non sentivo assolutamente nulla, tutto era completamente silenzioso finché un gemito non uscì dalle mie labbra e le grandi mani del mio padrone mi afferrarono saldamente i seni. Oh Signore, toccami, rendimi tuo…

Sento i suoi passi e il calore del suo corpo accanto al mio, lui è davanti a me, un rumore e qualcosa di freddo e tagliente mi attraversa lo stomaco, graffiandomi lentamente, sembra un coltello o addirittura un coltellino tascabile, sto certo, quando il lato delle mie mutandine si taglia facilmente, il che mi fa sembrare, mi fa arrapare di più.

Il profumo svanisce e sento i tuoi passi, non lasciarmi signore, non ora…

Apre qualcosa con la cerniera, deve essere il suo zaino perché il rumore è più forte che se fossero i suoi pantaloni, non so cosa cerchi.

Lui ritorna e si ferma di nuovo davanti a me, una pinza sul mio capezzolo destro e un altro gemito mi sfugge, mi mordo il labbro inferiore mentre l’altra pinza afferra l’altro capezzolo.

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Dei passi… lui è dietro di me… tutto è di nuovo silenzio…

Uno schiaffo, uno schiaffo fortissimo che provoca un forte schiocco, mi colpiscono sulla natica sinistra, poi sulla destra, il dolore misto al piacere mi uccide! Mi sculaccia con entusiasmo fino a bruciarlo e sono sicura che i segni delle sue mani rimarranno per giorni, proprio come piace a me.

Viene inserito un plug anale molto grosso… la voce profonda del mio padrone mi riempie le orecchie ordinandomi di non venire.

“Sì signora

Un altro colpo sul sedere e sento di nuovo dei passi accompagnati dal ticchettio dei tasti.

Anche se non vedo nulla, sento ogni dettaglio, ha aperto la porta, è uscito e non ha chiuso a chiave. Chiunque frequenti questo motel può aprire la porta. Ma mi fido del mio padrone, no. So come ma non lo permetterebbe mai!

*Pubblicato da cagnolino sul sito climaxcontoseroticos.com il 15/09/17.